Risultato della ricerca: morte
sassopiatto
Secondo una leggenda, in questo suggestivo rifugio viveva il poeta romano Gaio Valerio Catullo. Di fatto, la struttura è stata costruita solo dopo la sua morte e tuttavia fino a oggi ne porta il nome
Claudio_Moretti
E cade la pioggia -E cambia ogni cosa-La morte e la vita-Non cambiano mai. \"Per fare un\'uomo\" dei Nomadi.
en.giuliani
In un angolo dell'aspro litorale battuto dal vento al largo del quale si ergono i famosi Dodici Apostoli, in Australia, si gode uno spettacolo naturale superbo ... Questa insenatura si chiama Loch Ard Gorge in memoria del veliero Loch Ard che naufragò sulla vicina Muttonbird Island il 1 giugno 1878, alla fine di un viaggio di tre mesi dall'Inghilterra a Melbourne. Dei 54 passeggeri e membri dell'equipaggio, solo due sopravvissero: Tom Pearce, di 15 anni e Eva Carmichael, una irlandese di 17 anni, emigrata con la sua famiglia. I due ragazzi riuscirono a raggiungere stremati la spiaggia della fotografia dove furono soccorsi dai pastori locali. Dopo tre mesi in Australia, Carmichael ritornò in Europa mentre, Pearce, salutato come un eroe per aver salvato da sicura morte, nella circostanza, la ragazza, continuò la sua vita in mare. Ma il destino non gli dette scampo: annegò diversi anni dopo in un altro incidente marittimo.
Claudio_Moretti
Pesca forza tira pescatore pesca non ti fermare anche quando l\'onda ti solleva forte e ti toglie dal tuo pensare e ti spazza via come foglia al vento che vien voglia di lasciarsi andare più leggero nel suo abbraccio forte ma è così cattiva poi la morte è così cattiva poi la morte ( Pierangelo Bertoli) Dedicata a tutti i pescatori, per il loro durissimo e pericoloso lavoro , ma anche a quelli che, con la canna, nutrono i pesci.
BATTAGLIA59LUCIANO
Una croce abbandonata,una foto ricordo sbiadita dal tempo,sei freddi numeri anagrafici,una mezza bottiglia di plastica senza neanche un fiore appassito...ecco ciò che resterà quando non saremmo più neppure nei ricordi dei vivi.
mauriziot
... la Basilica di San Giorgio, nell'omonima isola della laguna di Venezia, proprio sul Bacino di San Marco, dove nella notte cielo e laguna si confondono; le prime costruzioni della chiesa risalgono al IX secolo. La struttura attuale è quella progettata da Andrea Palladio che realizzò anche il refettorio; fu completata nel periodo compreso tra il 1566 e il 1591, quando fu ultimato il coro. La facciata venne realizzata tra il 1597 e il 1610 da Vincenzo Scamozzi, 30 anni dopo la morte del maestro. L'attuale campanile (alto 75 m) fu progettato dall'architetto somasco Benedetto Buratti e risale al 1791. Presentata, accettata, premiata in concorsi fotografici FIAP e PSA: Club Bronze e ECW A. al MOUNTAINS CIRCUIT, Alps e Ural, India 20232023, India. Venezia, dicembre 2015
riccardo.mantero
ITA: Ho deciso il titolo di questa foto mentre cercavo l'angolo giusto per scattarla... L'albero secco, l'acqua che potrebbe arrivare, il cespuglio verde, la vita o la morte, nel deserto, hanno un confine sottilissimo... ENG : Observing this scene while I was searching the right point of view to take my photo, the idea of "life or death" came to my mind immediately. The arid ground, the shrubs that stubbornly were trying to grasping the few life juices from the earth and the water-promising clouds on the far distance, while a dead tree was standing there, as a warning about the risks of growing too much in the a desert land. This is the hard survival in the extreme lands.
giancarlo valentini
Civitella In Val di Chiana - L’assedio è finito. Il Generale Inverno abbandona lentamente il campo e si ritira verso il fondo valle. Il sole si fa spazio tra le nuvole e ci riporta un po’ di calore, di luce e di speranza. ---- Questi Sono i Giorni della Memoria, il mio è un piccolo contributo per non dimenticare. Dedico questa immagine al paese di Civitella e alla sua Gente. – Il 29 Giugno del 1944 un commando di soldati Tedeschi comandati dal Tenente Generale Schmalz per rappresaglia su tre sodati nazisti uccisi dai partigiani qualche giorno prima, fece irruzione nelle case del paese aprendo il fuoco sugli abitanti a prescindere dal sesso e dall\'età. L’epilogo di questo massacro ebbe luogo nella chiesa, mentre si stava celebrando la Messa. Entrati nell\'edificio sacro, i tedeschi divisero i fedeli in piccoli gruppi. Poi dopo aver indossato grembiuli mimetici in gomma per non sporcarsi di sangue, li freddarono con dei colpi alla nuca, anche il sacerdote don Alcide Lazzeri, che era stato risparmiato da tedeschi scelse di condividere la sorte dei suoi parrocchiani. Compiuta la strage, i tedeschi incendiarono le case di Civitella, provocando così la morte anche di coloro che avevano disperatamente tentato di salvarsi nascondendosi nelle cantine o nelle soffitte. Solo pochi abitanti riuscirono a salvarsi dal massacro. Alla fine della strage si contarono 155 morti in un paese distrutto, e semideserto.
giancarlo valentini
La Mala Educazione- Da sempre la malavita nazionale e internazionale si è appropriata di simboli e ritualità legati alla religione. Boss devoti e prelati conniventi o collusi sono spesso andati a braccetto, una complicità radicata nelle tradizioni locali che ha portato vantaggi reciproci. Le varie Mafie hanno fatto un ricorso continuo e strumentale alla simbologia religiosa, riscrivendo una \"religione capovolta\" tagliata su misura per le loro esigenze di autoassoluzione. L’anatema universale di Giovanni Paolo II, nel 1993, dopo le morti di Falcone e Borsellino e recentemente ripreso da Papa Francesco nell’anniversario della morte di Don Puglisi, ha tracciato un solco profondo tra Chiesa e Mafie imponendo ai mafiosi una distinzione tra sacro e profano e tra lecito e illecito che mai prima di allora era stata dichiarata ufficializzata in maniera cosi solenne ed efficace, investendo e legittimando di fatto l’azione della magistratura e dello stato civile a prescindere dalla politica e dai politici di turno. Note: La foto pubblicata è anche un tributo al bellissimo film di G. Salvatores- Educazione Siberiana, che con molta modestia consiglio a tutti di vedere La pistola della foto è una pistola di scena del tipo soft gun
angel53
per caso oggi, San Valentino, ero sul molo di Portici dove, su un murales che ricorda la morte di Ciro Esposito, due innamorati festeggiavano nel modo più semplice e naturale.
viracocha50
=========================> CONSIGLIATA VISIONE IN SALVA ORIGINALE <============================ Per spaziare nelle varie tipologie della fotografia, aggiungo una foto all' album "SURREALE", ossia quelle immagini composte in post-produzione utilizzando esclusivamente scorci e particolari di altri miei scatti. ===================================== Ha una sua solitudine lo spazio, / solitudine il mare / e solitudine la morte - eppure / tutte queste son folla / in confronto a quel punto più profondo, / segretezza polare, / che è un'anima al cospetto di se stessa: / infinità  finita. / (Emily Dickinson)
Pier Luigi Saddi
Per noi fotografi la luce è molto importante, ma per questo piccolo albero è questione di vita o di morte.
ivadort
Campo Imperatore - Fonte Vetica (Parco nazionale del Gran Sasso e della Laga) - Il 13 ottobre 1919 il pastore Pupi Nunzio di Roio muore con i suoi figlioletti sorpreso da una tormenta di neve, la moglie nel disperato tentativo di portare loro aiuto impazzisce e muore dal dolore. Lo scultore Vicentino Michetti ha impresso nel marmo questa tragedia per onorare tutti quelli che hanno trovato la morte in queste montagne.
Loris_Calzolari
Tramonto sulla strada che attraversa la Valle della Morte, deserto di Atacama, Cile settentrionale.
giacomo albertini
Fotografata ad ottobre a Camarinas nella Galizia. Il faro di Cabo Vilán segnala uno dei tratti più pericolosi della Costa da Morte: esso è posto a 125 m di altitudine su promontorio roccioso con scogliere vertiginose che terminano in una punta che fronteggia un isolotto chiamato Vilán di Fóra. Ho creato l\'atmosfera e il mare con i tempi lunghi per dare il risalto al faro con le sue scogliere.
sassopiatto
Guarda ai piedi dell\'albero le foglie morte. Quante sono? Il vento ha scosso la pianta e una pioggia di foglie ha risposto alla sua raffica. Osserva le foglie: alcune hanno il colore del sole; altre hanno il rosso del fuoco; altre ancora il violetto del cielo tempestoso. Una foglia si confonde col terreno: pare un pugnetto di terra appena smossa dall\'aratro. Un\'altra foglia volteggia nell\'aria e cade: è d\'oro. Quanti colori! Sono i colori dell\'Autunno. Racconto di Kathrjn Jackson
IvoMarkes
Chenonceau_Il castello_ In origine nella tenuta sede dell'attuale castello si trovava un maniero che fu bruciato dalle truppe reali nel 1411 per punire il proprietario, Jean Marques, accusato di una cospirazione. Nel 1430 Marques ricostruì il castello insieme ad un mulino fortificato ma il suo erede, fortemente indebitato, nel 1513 vendette il castello a Thomas Bohier, tesoriere dei re Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Bohier distrusse tutti gli edifici esistenti e diroccati tranne la torre di vedetta e tra il 1515 e il 1521 costruì un nuovo castello per la moglie, Catherine Briçonnet, che vi soleva intrattenere la nobiltà francese e in due occasioni ospitò anche re Francesco I. Alla morte di Bohier (1524) e della moglie (1526) il figlio Antoine dovette cedere il castello alla corona per pagare i debiti del padre. Prese possesso del castello il governatore di Montmorency in nome del re Francesco I impegnato in quegli anni nella costruzione del castello di Chambord. Il suo successore, Enrico II, offrì il castello in dono alla sua amante, Diana di Poitiers, nel 1551 questa divenne duchessa del Valentinois e acquisì la proprietà del castello, divenne anche una delle donne più influenti dell'epoca. A Diane de Poitiers si deve in gran parte l'attuale struttura del castello, sua fu infatti la realizzazione del ponte sul fiume. Fece anche realizzare degli splendidi giardini lungo le rive del fiume. Nel 1864 divenne proprietaria del castello Marguerite moglie del chimico Théophile Pelouze, che lo aveva comprato dagli eredi di Madame Dupin. Dopo la morte del marito Marguerite iniziò dei lavori di ristrutturazione che riportarono il castello all'aspetto che probabilmente aveva all'inizio del XVI secolo Nel 1913 il castello divenne proprietà della famiglia di industriali cioccolatai Menier. Durante la prima guerra mondiale il castello fu in parte usato come ospedale mentre durante la seconda guerra mondiale venne usato come via di fuga dalla zona di Vichy occupata dai nazisti.